08/04/2020
Roza Egorovna Šanina (in russo: Роза Егоровна Шанина)
Biografia
Šanina nacque in una fattoria vicina alla città di Arcangelo da una famiglia di modeste condizioni. Durante l'infanzia alternò il lavoro nella fattoria con gli studi scolastici, terminati i quali espresse il desiderio di continuare gli studi, ma i genitori le opposero un secco rifiuto, in quanto l’istruzione era destinata ai figli maschi. Era il 1938 e la ragazza, che aveva appena quattordici anni, decise di scappare di casa. fino a raggiungere la città di Arcangelo. Qui, con l’aiuto del fratello Fyoder, ottenne l’iscrizione gratuita alla scuola secondaria e la possibilità di dormire in un collegio.Quando, a causa della guerra, furono revocate le Borse di Studio, lavorò in un asilo e usò lo stipendio per pagare la scuola, diplomandosi a pieni voti la primavera successiva.Nel marzo del 1941 i capi militari sovietici decisero di aprire l’esercito anche alle donne, così la Šanina entrò nell'Accademia femminile per tiratori scelti a Podol'sk. Il 22 giugno 1943 fu arruolata nell'Armata Rossa e il 2 aprile 1944 si unì alla 184ª divisione fucilieri, nella quale fu creato un plotone di tiratrici scelte.
Nel giro di pochi mesi divenne una delle migliori tiratrici russe. Alla fine della guerra le furono attribuite 59 uccisioni comprovate, tra cui 12 tiratori scelti, escludendo le vittime morte in seguito alle ferite. Ricevette l'Ordine della Gloria il 18 giugno 1944, prima donna cecchino sovietica ad esserne insignita.
Si narra che un giorno ricevette l'ordine del comandante del battaglione di rientrare, e Šanina rispose: "Ritornerò dopo la battaglia". A queste parole si ispirò il libro From The Battle Returned di Nikolaj Žuravljov.
Il 2 dicembre 1944 Roza fu colpita a una spalla e il 27 dicembre ricevette la Medaglia per il coraggio.
Šanina morì in battaglia un mese dopo, il 28 gennaio 1945, a causa dell'esplosione di una granata. Fu inizialmente sepolta sotto un albero, vicino al fiume Lyn, in seguito, la salma fu traslata nel comune rurale di Znamensk.
Una pagina del suo diario
tratto da www.wikipedia.org